E siAmo Ancora quA...
- Baseball Pesaro
- 4 ott 2019
- Tempo di lettura: 3 min

Dopo un’annata travagliata nata male con la rinuncia ad Andres malato, il fallimento del Rimini che ci ha tolto la possibilità di schierare il Diggia, il rasta del Riccione che smette, la perdita cammin facendo di tanti giocatori per vari motivi, si arriva alla partita decisiva di domenica 29 settembre con soli 11 giocatori nel roster di cui 4 lanciatori.
Per forza il povero Luis, coadiuvato come sempre dal buon Gambo, è costretto a schierare una formazione contenente 3 lanciatori di cui uno all’esterno e uno in seconda base, lasciando fuori solamente il rilievo. Penso che nessuna squadra di serie A si sarebbe presentata alla partita decisiva della stagione con una formazione simile, ma sono certo anche che ben poche squadre di serie A avrebbero potuto battere questa squadra domenica. Il segreto è nel gruppo, un gruppo di giocatori, di uomini ma soprattutto di fratelli, tanto che la parola che si sente ripetere di più in allenamento e nel dugout è “hermano” per chiamarsi e incitarsi l’un l’altro. Effettivamente questa squadra si è dimostrata una famiglia e, come le vere famiglie, nel momento del bisogno ognuno ce la mette tutta per superare le difficoltà. Così, quando la partita si mette male e gli avversari vanno in vantaggio per 4 a 1 al quarto inning, ci vuole un altro inning per reagire ma nel sesto i nostri ragazzi con quattro valide e quattro punti segnati ribaltano il punteggio e riacquistano fiducia e col vento in poppa segnano altri 2 punti al settimo andando sul 7 a 4. L’ovvia reazione degli avversari all’ottavo produce però solamente 1 punto e l’aver chiuso a basi piene è un duro colpo al loro morale, tanto che al nono vengono affrontati solamente 3 battitori dei quali gli ultimi 2 subiscono strike out… Ed è festa per questo insperato risultato viste le premesse, ma ampiamente meritato. Con questo risultato questa squadra entra di diritto nella storia più che cinquantennale del Baseball Pesaro perché si garantisce la salvezza in serie A per la seconda volta consecutiva. La storia recente nasce 3 anni fa quando in serie B si sfiorò l’accesso ai playoff per una sola vittoria, poi 2 anni fa la vittoria dei playoff con il Vicenza anche lì rimontando da una situazione di spalle al muro per trionfare alla quinta partita. Poi l’anno scorso quando a 10 partite dalla fine la squadra era tristemente all’ultimo posto, ma ha saputo vincere 6 delle ultime 10 partite, salvarsi e sfiorare addirittura i playoff. La prestazione di domenica, che sembra un miracolo sportivo, non è un caso quindi ma è stata possibile solo al sacrificio, alla dedizione e alla voglia di vincere di questo gruppo fantastico di uomini con i quali ho avuto l’onore e il privilegio di vivere grandi emozioni. D’altra parte uno che conosceva bene il baseball come Babe Ruth diceva “Per giocare a baseball occorre essere veri uomini. Non è mai esistito un gioco più adatto del baseball per misurare l’autentico valore di un uomo, quanto a fegato, prontezza, velocità e intelligenza. Il baseball è un gioco che assomiglia alla vita e che alla vita ti prepara. E’ un gioco di squadra e individuale allo stesso tempo: è un grande gioco. Ognuno di noi, che cammina nella vita, sarà più pronto ad aiutare un compagno se sul campo di baseball avrà imparato che un lanciatore può lanciare anche il suo cuore insieme alla palla… E’ come in una famiglia, in un gruppo di fratelli che lavorano insieme per raggiungere la stessa meta”.
Non mi resta che ringraziare tutti partendo da Luis e Gambo e dai “vecii”, come con rispetto e ammirazione vengono chiamati gli anziani in veneto, Tommy, Ricky, Filo alcuni dei quali forse appenderanno il guantone al chiodo, e per citare tutti Cristiano, Ronny, Jesu, Diego, Micky, Mirko, Bellu, Chicco, Celo, il giovane Tommaso, i nostri stranieri Lazaro, Giacomo e Marlon che purtroppo ci ha lasciato prima della fine, accolti anche loro da subito come fratelli, insieme ai riminesi Tomas e Samuele e al teatino Samuele e a tutti coloro che hanno dato una mano anche per poche partite.
L’ultimo pensiero e ringraziamento va alle mogli, alle compagne e alle fidanzate dei nostri ragazzi perché senz’altro hanno passato giornate da sole magari accudendo anche i figli, ma hanno permesso, con il loro sacrificio e con un grande gesto di amore, ai loro compagni di vita di inseguire e raggiungere il loro sogno.
E siAmo Ancora quA…
Andrea Albertoni
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